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Murazzano negli antichi documenti è detto in latino Mulatianum e Mulassano in volgare. La desinenza latina testimonia quasi certamente la sua origine da un “Fundus Munatianum” istituito dai Romani verso il 173 a. C. quando riuscirono ad assoggettare i Liguri, popolazione d’indole particolarmente fiera dove “ogni uomo combatteva come un leone e ogni donna come un uomo” (Tacito 42 – 4). Verso il 900 subì le scorrerie dei Saraceni e Murazzano è nominato per la prima volta, proprio in questo periodo, nel famoso diploma di Ottone I del 967 il quale passando per le Langhe lasciò la zona “sine tributo” vista la desolazione causata da queste scorrerie. In seguito, Murazzano fece parte della Marca Aleramica ed è nominato per la seconda volta in un atto del 1143 stipulato tra i figli di Bonifacio del Vasto. Nel 1210 passò sotto i Marchesi di Saluzzo fino al 1463 quando fu acquistato dai Savoia. Nell’atto fu definito “Clypeum et clavis patri? pedemontan?” per la sua posizione strategica. Per una serie di circostanze i Savoia ne vennero in possesso solo nel 1625 e da allora visse le vicende del Piemonte. Durante il periodo Napoleonico, fu incendiata la sacrestia del santuario (1799) e nel 1800 fu distrutto il castello. Nella seconda guerra mondiale, visse il periodo della Resistenza scrivendo una delle pagine più straordinarie in favore dei partigiani feriti che trovarono rifugio e cure nell’ospedale ricovero attiguo al Santuario.


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